martedì 2 settembre 2014

QUINTA DOMENICA DI PASQUA (25mo professione di D. Jos)

Anche oggi, come quattro domeniche fa, c’è ancora lui l’Apostolo incredulo, Tommaso, realista fino ad essere sfacciato, con una domanda cucita addosso: “Signore, non sappiamo dove vai: come possiamo conoscere la via?”(Gv 14,5). E Cristo riparte, ancora una volta: “Io sono la Via, la Verità e la Vita”. Parole enormi. Si trovano sulla carta di identità di Gesù, figlio di Dio. Gesù ci dona la beatitudine della fiducia. Tre parole degne del miglior imprenditore, non commerciale, industriale o aziendale ma del Padrone del Paradiso. Tre “V-V-V” che non indicano un sito internet ma sono le tre coordinate che ci orientano.
Via-verità-vita. Queste parole sono pronunciate nel lungo discorso di addio durante l’Ultima Cena e si appoggiano al precedente invito di Gesù: “Non sia turbato il vostro cuore, abbiate fiducia in me” (Gv 14,1). Gesù sta per morire e vuole tranquillizzare i discepoli che però non sono molto convinti. Gesù vuole tranquillizzare anche. S. Teresa d’Avila affermava: “Nulla ti turbi, nulla ti spaventi, chi ha Dio nulla gli manca. Solo Dio basta”. E Papa Giovanni XXIII, da poco canonizzato diceva: “Dio sa che ci sono e questo mi basta”. E poco dopo, Gesù ci garantisce che saremo sempre con Lui. Posti già occupati! Come se dicesse a ciascuno di noi: sai, io mi sento a casa quando sono accanto a te. Bellissimo. “E del luogo dove io vado, conoscete la via”(Gv 14,4)… e allora, un cristiano, giocando con i doppi sensi delle parole, dovrebbe dire di  abitare in “Via Gesù n. 3” e il numero telefonico, come ha detto un ragazzino al catechismo, è 616163 (se sei Uno, sei Uno sei Tre).

Via-verità-vita.
Via: in una società stracolma di opinionisti e piccoli leader che litigano tra loro, Gesù indica se stesso come percorso. E’ una via, non un parcheggio. Cioè, dobbiamo camminare dietro a Lui, mettere i nostri piedi nelle sue impronte. Gesù è la nostra mappa esistenziale. E il bello di Gesù-via è che se ci capita di sbagliare strada, riaffidandoci alle indicazioni del Vangelo, come un navigatore satellitare, si può ritrovare quella giusta.
Verità: la verità, nella società, spesso ha molte facce, ma tutte truccate. A Pilato che, cinicamente, durante l’interrogatorio farsa gli aveva chiesto cosa fosse la Verità, Gesù non ha risposto. La domanda era sbagliata: non cosa è la verità, ma chi è la Verità. La verità non è una definizione ma una Persona. E’ Gesù stesso. E a parte appunto Lui e il magistero infallibile della Chiesa, la verità non ha titolari ma solo destinatari.
Vita: la vita non è solo quella biologica, non è solo un susseguirsi ritmato di pulsazioni cardiache, ma è soffio di Dio, entusiasmo del cuore, gioia di donazione, fecondità spirituale, pienezza di amore. Ecco perché solo Gesù è la vita, e quando ci capita di deragliare in certi pericolosi fuoripista facciamo ogni sforzo per rientrare nel suo giro. Altrimenti si vive male, molto male.

E tu, D. Jos, questo lo hai capito molto bene. Con la tua scelta di vita monastica, per 25 anni hai raccordato intorno a Gesù tutta la tua vita trascorsa qui a Monte Oliveto. Hai scoperto che l’anima della vita monastica è l’amore per Gesù. S. Benedetto, nella Regola, continua a ripeterlo. Vieni da una nazione, l’Olanda, che è stata evangelizzata dai benedettini; è stata segnata da santi benedettini, come S. Willibrord e S. Alberto di Egmond. Guarda a loro. Sei un monaco: sii silenzioso testimone del Risorto, evangelizzatore con il tuo impegno dell’Opus Dei e con il buon esempio, in ascolto della Parola e attivo nella comunione fraterna. Non arrenderti alle inevitabili difficoltà di ogni tipo: esse sono il pane nero di quasi tutti gli uomini e noi non possiamo pretendere alleggerimenti doganali per certi bagagli pesanti della nostra vita personale.


Vogliamo quindi adesso esortarti fraternamente a continuare rinnovando la tua professione monastica con l‘entusiasmo e la freschezza del Suscipe da te cantato, proprio in questo spazio, il 14 maggio 1989. Forse una data un po’ lontana ma oggi così vicina per grazia di Dio.

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