domenica 31 marzo 2013

PASQUA

La grande sorpresa di Dio!
L’immagine è lì, chiara, nitida. Nessuno può resettarla. Un sepolcro vuoto. Dentro non ci sono le spoglie del morto ma le spoglie della morte. I rintocchi di morte si sono trasformati in semi di vita.
Quella tomba vuota ci regala la certezza che la nostra morte fisica è solo il penultimo atto della nostra vita. Quella tomba vuota ci dona la gioia di non trovare più il nostro passato. Quella tomba vuota libera la sinfonia della speranza per le nostre croci all’ingrosso o al dettaglio. Chi non oltrepassa quella tomba vuota non può approdare che a traguardi di disperazione.
Quella tomba vuota è la prima di una moltitudine infinita. I riflessi del Risorto ci avvolgono, noi ne siamo le icone contemporanee, perché l’evento della Risurrezione non riguarda solo Cristo ma investe tutti noi.
Il Vangelo, nelle sue ultime parole, parla di un discepolo che guardando il sepolcro “vide e credette” (Gv 20,8). Un discepolo senza nome. Possiamo cogliervi un messaggio. Non ha un nome perché ha i nostri nomi; si chiama come me e come voi. Ha il nome di ciascuno di noi.
A proposito di nome. Martedi prossimo, durante l’Otttava di Pasqua, alla Messa del giorno, sarà proclamato come Vangelo il passo che segue subito quello di oggi. Si tratta sempre delle apparizioni del Risorto. E, quel grappolo di versette, ci presenta Maria di Magdala che sta fuori del sepolcro di Gesù e piange. Per quattro volte viene ribadito che sta piangendo. Non si piange così per la perdita di una persona che non è un familiare. Si piange così solo perché ci viene strappato il cuore, qualcosa di se stessi. Il pianto dice che solo con il cuore si vede bene. E’ il collirio giusto. E lì, nel giardino, risuona il suo nome: “Maria!”. E’ inconfondibile la voce di Gesù. E’ inconfondibile solo chi ci tocca il cuore ma non per rapporti che poi risultano veleni e ci intossicano dentro. E’ inconfondibile chi ci tocca il cuore ma per rapporti che ci danno gioia e vita, ci fanno crescere spiritualmente Sono molti quelli che ci conoscono e ci chiamano per il nostro nome, ma pochi lo pronunciano con amore. Gesù, come per Maria di Magdala, lo fa continuamente verso ciascuno di noi, per essere cielo del nostro cielo.
Buona Pasqua a tutti!

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