giovedì 28 marzo 2013

Giovedì Santo (capitolo Lodi)

In profonda ma soprattutto orante sintonia con tutta la Chiesa, stasera inizieremo il cammino del Triduo Pasquale, del quale la Messa in Coena Domini che ritualizza la Pasqua, ne è come l’introduzione. Queste ore che la precedono sono ancora, liturgicamente, tempo di Quaresima. Il Triduo Pasquale terminerà la sera di Pasqua con i Vespri solenni. Tre giorni speciali per vivere in modo speciale tutto l’anno liturgico, del quale la Pasqua è fonte e centro. Essa polarizza in sé tuti gli altri giorni. E noi, penso, la Pasqua la stiamo aspettando secondo l’indicazione che cogliamo nel cap. 49 della Regola: “cum spiritalis desiderii gaudio” – “con la gioia del desiderio suscitato dallo Spirito”.
Il Giovedì Santo costituisce un grande portale d’ingresso al Triduo Pasquale della morte, sepoltura e risurrezione del Signore. Celebrando stasera, alla Messa in coena Domini, il memoriale dei due gesti che Gesù pone all’inizio della sua Passione - la consegna del pane e del vino secondo la tradizione sinottica e la lavanda dei piedi secondo la tradizione giovannea - la liturgia ci introdurrà nell’atteggiamento stesso con cui Gesù è andato incontro alla sua morte, dandole un senso diverso.
Stasera, raccoglieremo la provocazione di Gesù: “Fate questo in memoria di me”. E’ una consegna da riattualizzare non solo sacramentalmente ma anche esistenzialmente, perché l’eucarestia è una scuola di fraternità e ci chiama ad avere un cuore vulnerabile e non rattrappito.
Così pure, la lavanda dei piedi, con la quale Gesù capovolge la scala di valori del mondo invitandoci a portare sempre addosso il grembiule del servizio. E, su questo punto, la nostra meditazione e il nostro impegno devono rimanere aperti non solo oggi, ma tutto l’anno.

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