venerdì 29 marzo 2013

Venerdì Santo (capitolo Lodi)

Il Venerdì Santo non è considerato dalla Liturgia un giorno di lutto e di pianto, anche se queste componenti sono presenti, ma un giorno di contemplazione del sacrificio di Gesù, per Crucem, per la Croce che oggi da velata sarà mostrata e adorata.
L’amore ha scritto la sua storia sul corpo di Gesù con l’alfabeto delle ferite che rivelano un cuore aperto in cui dimorare. Quando la bocca di Gesù viene chiusa dalla morte è il suo costato a divenire bocca aperta. A “parlarci”. Amore incancellabile e per questo, ferite incancellabili. In esse approdano tutte le nostre sofferenze che sul corpo di Cristo assumono un valore infinito - un capitale inesauribile di grazia salvifica - e aprono il cuore alla speranza.
Questo ci fa capire che anche il nostro cuore ferito, con le sue cicatrici può diventare capace di amore e di guarigione sugli altri. Proprio attraverso queste nostre ferite che ci paiono (e sono!) colpi duri, insensati, tremendi ricevuti da persone o da fatti e situazioni, proprio per quelle ferite, noi diventiamo capaci di aiutare gli altri attraverso le stesse tempeste.
Benedetta sia la Croce di Cristo!

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