Al Signore si risponde prontamente ma non è facile seguirlo, perché è una scelta che comporta un abbandono e un abbraccio: l’abbandono di ciò a cui si rinuncia e l’abbraccio di ciò che si è preferito.
Matteo riporta che Gesù passa e guarda: “vidit…”, per due volte in pochi minuti. Lo sguardo di Gesù li cambia. Contrariamente ad una legge di psicologia che afferma che una persona inizia a esistere come tale quando inizia a guardarsi con gli occhi degli altri, quando legge negli occhi degli altri se stessa, ecco l’alternativa: guardare se stessi con gli occhi di Dio. Lui ci fa sentire diversi e veri.
Non c’è solo la sequela ma anche la testimonianza operativa. Pescati per pescare. Ma non più le rotte del mare (cioè la vita fino ad allora condotta) ma le mappe del cielo (la vita nuova col Cristo).
“Lasciare” e “seguire”: sono due verbi che non vanno separati. Non si lascia per lasciare ma per seguire, per vivere sintonizzati con Cristo.
Qui cogliamo la fede in quello che è il suo aspetto essenziale. Siamo chiamati a fidarci di una Persona, la quale non ci dice cosa vuole e dove ci porterà: chiede un’adesione incondizionata a Lui. La fede allora non significa principalmente “credere che…” ma fidarsi di Lui senza troppe spiegazioni.
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