martedì 13 novembre 2012

TUTTI I SANTI DELL’ORDINE BENEDETTINO

Celebrando tutti i Santi dell’Ordine Benedettino possiamo arrivare ad una certezza condivisa: essi sono stati e sono tutt’oggi il commento più bello della Regola che anche noi abbiamo professato. Una Regola capace di generare dei Santi… e noi, a che punto siamo?

Mi sembra che, guardando a queste figure luminose che sono presenti in ogni secolo, ci possiamo porre una domanda: come sognò San Benedetto i suoi monaci? La risposta che viene spontanea è: ci sognò così affascinati da Cristo da essere capaci di “nulla anteporre al suo amore”(RB 4,21; 72,11).

S. Benedetto ci sognò, anzitutto, attenti alla Parola di Dio e a farne vita della nostra vita: “Ascolta, o figlio, i precetti del maestro, piega l’orecchio del tuo cuore, accogli con docilità e metti concretamente in pratica…” (RB Prl, 1).Non possiamo essere dei distratti, non si può non sentirla la Parola di Dio perché ha una voce forte: “clamat nobis Scrptura divina” (RB 7,1)… “clamat”… grida! E uno strumento delle buone opere ci ricorda: “Ascoltare volentieri le sante letture” (RB 4,55). Il ritmo possibilmente quotidiano della lectio divina, plasma l’identità del monaco, “nascosta con Cristo in Dio” (Col 3,3).

Ci sognò anche obbedienti, “con l’obbedienza di coloro che non hanno più nulla di caro che Cristo” (RB %,2), un’obbedienza che ha i colori della gioiosa disponibilità, che non conosce tristezze e mormorazioni. Un’obbedienza totale, non solo verso l’abate ma anche verso i fratelli: “facciano a gara nell’obbedirsi a vicenda” (RB 71,1). Addirittura cercata questa obbedienza perché è qualcosa di positivo, di bello e di buono: “oboedientiae bonum” (RB 71,1).

Ci sognò umili, non con un’umiltà da collo torto e occhi socchiusi, ma un’umiltà che si identifica con la verità di se stessi che porta all’accettazione senza complessi dei propri limiti. Per questo motivo San Benedetto ci incoraggia, nel Prologo, a “servire Dio con i doni che Egli ha posto in noi”(RB Prl, 6). E tutti ne abbiamo e da mettere al servizio della comunità. Nella Regola ci offre addirittura 12 scalini per non scivolare nello stagno di Narciso.
Sì, San Benedetto sognò ma il suo sogno è diventato realtà come ci prova la lunga fila di Santi e Sante che hanno tradotto nella vita la sua Regola e che oggi festeggiamo con l’impegno di imitarli.

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