Possiamo pensare che, in un certo senso, quel “sì”, senza “se” e senza “ma” di Maria sia stato una specie di Professione. Chissà se Maria ha festeggiato gli anniversari del suo “eccomi”? Se lo ha fatto, non lo ha fatto pensando agli anni della sua vita passati da quel momento, ma guardando gli anni di Gesù, gli anni di presenza dell’Emmanuele, del Dio-con-noi che ci chiama e ci dona di stare con Lui. Maria non diceva: oggi compio 25 anni di Annunciazione, ma: “oggi sono 25 anni che Gesù è con me, che è entrato nella mia vita e che io vivo tutta per Lui!”. E penso che è così che anche noi monaci dobbiamo contare e celebrare gli anni della nostra Professione e voi Oblati quella della vostra Oblazione.
Maria si mette nelle mani di Dio. Ci insegna che la vita, che è il gioco più appassionante, non è un capitale da investire secondo i propri progetti, ma un dono da mettere a disposizione di Dio perché Egli ne disponga come vuole. Lasciandoci plasmare e riplasmare dalla sua mano. La Madonna ha compreso una cosa fondamentale: Dio non ti chiama per realizzare quello che hai in testa tu. Ti chiama perché vuole altro da te.
Ed è questa l’obbedienza della fede: fare la volontà di Dio, con semplicità e con umiltà. E più si sta con le mani vuote davanti a Dio, più Lui pensa a riempirle.
“Non temere”, dice l’Angelo a Maria e a ciascuno di noi. Il Signore viene a riempire la tua vita, ti chiede la tua disponibilità perché vuole regalarti la gioia di fare il bene insieme a Lui.
Non temere di ricominciare da capo: tu non sei i tuoi errori e, se ne chiedi perdono a Dio, sei più grande del tuo esame di coscienza.
Non temere di donarti con il tuo “eccomi”, limpido e senza riserve, prendendo come navigatore della tua vita la Parola di Dio.
Non temere quello che ti sembra “impossibile”che Dio ti chieda: se c’è Lui di mezzo, l’impossibile diventa la sola strada possibile.
Adesso esprimiamo un supplemento di amore a Maria, perché lei che la “ianua coeli” - la porta del cielo - come la invochiamo in una litania, ci aiuti ad offrire la nostra vita come porta d’ingresso di Dio nel nostro piccolo mondo quotidiano.
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