Secondo anniversario mensile dell’apertura dell’anno della fede.
Diciamocelo subito. Non è normale che un pastore di
cento pecore, ne lasci novantanove “sui
monti” (Mt 18,12) per andare a cercare una sola pecora che si è smarrita!
Rischia, al ritorno, di trovare che altre si sono perdute. Ma Gesù è un pastore
eccezionale: per Lui una pecora su cento non equivale ad un centesimo del
gregge, ma conta tanto quanto le altre novantanove messe insieme. Per Lui
quella pecora è unica ed irripetibile, fa parte della sua vita. Si premura di
trovare la pecora perduta semplicemente perché si è perduta: questa è la logica
di Dio.
Il suo amore, non calcola le volte che ci perdona, i
tempi di attesa che ha vissuto mentre noi, in diversi modi, ci siamo
allontanati da Lui. Ci cerca. Non per rimproverarci ma per abbracciarci.
L
a domanda che Gesù pone ai suoi ascoltatori è rivolta
anche a ciascuno di noi per irrobustire la nostra fede: “Che vi pare?” (Mt 18,12). Siamo invitati a commisurare il nostro
cuore sulla Sua tenerezza… non escludendo nessuno dal nostro amore anzi,
cercando e accogliendo quelli che possono aver sbagliato, magari anche
pesantemente, nei nostri confronti. Ed è così che la fede diventa vita.
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