Anche la Liturgia ha i
suoi twitters! Sono le cosiddette “Antifone O”, che risalgono al tempo di
papa Gregorio Magno o poco dopo, che ci accompagneranno da stasera, ogni giorno
al Magnificat, fino all’antivigilia
di Natale compresa: sette telegrafiche antologie bibliche, ricche di
riferimenti messianici, per sottolineare altrettanti titoli cristologici del
Salvatore. Sette antifone con una simile struttura musicale, introdotte da una “O” più di stupore che di invocazione, e
tutte si annodano in un “veni” struggente,
un grido che esprime il nostro bisogno di Dio. Sapientia, Adonai, Radix, Clavis, Oriens, Rex, Emmanuel: un
crescendo di inquadrature del Messia.
Vi avvertiamo il desiderio appassionato di Dio di metterci suo Figlio nelle
braccia. Quella di stasera, O Sapientia” viene dalla tradizione monastica
applicata all’abate, come fonte di ispirazione per il suo servizio nel
monastero. Un sistema anche intelligente quello che regge queste Antifone: la
quinta, quella del 21 dicembre, giorno esatto del solstitio, quando cioè,
toccato il massimo del buio, il sole comincia a risalire, si canta: “O Oriens..”: O Astro che sorgi…”
Esse ci aiutano a
pregare con più intensità in questi speciali giorni di immediata preparazione
al Natale e ci vogliono programmare interiormente per cogliere l’autentico
significato del Natale. Le loro lettere iniziali, in ordine capovolto, nascondono
una promessa antica: “Ero cras”, ci sarò
domani. Ci sarò domani, e
aggiungiamo, sempre. Non è
enigmistica ma una certezza grande e consolante!
Dopo ogni “Antifona O” è bello pensare che è come
se ci fossero dei puntini di sospensione che si riempiono di diversi
significati, si trascolorano in parole non dette, che sono depositate nel
nostro cuore, in attesa di lievitare e diventare realtà. Ma direi che
soprattutto quei puntini di sospensione attendono di essere sostituiti dalle
nostre personali risposte al messaggio
delle antifone. Coraggio, rispondiamo.
Mt, ci ha presentato la
genealogia di Gesù, un lungo e monotono schedario anagrafico costruito con
perfezione matematica. Un intreccio di luci e ombre. Nel DNA umano di Gesù c’è
un concentrato di storia biblica non priva di fragilità e di colpe. Si resta
colpiti dalla ripetizione quasi ossessionante (39 volte!) di un “generò”. Ma quel “generò” ci riguarda e ci provoca: si potrà dire di ciascuno di noi
che il 25 dicembre 2013 “generò” nella sua vita Gesù, lasciandola
da Lui illuminare e cambiare?
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