Ricordare il felice anniversario della Canonizzazione di S. Bernardo Tolomei, significa e comporta anzitutto fare spazio ad un supplemento di riflessione sulla sua scelta di sequela Christi, con l’adozione della Regola Benedettina assumendo il progetto di vita concreta che essa propone. E il Vangelo di questo venerdì della quarta settimana di Pasqua ce ne offre sorprendentemente l’aggancio.
Gesù da una risposta chiara e lapidaria alla domanda di Tommaso: “Come possiamo conoscere la via?”. “Io sono la via, la verità e la vita”. Tre parole in crescendo. Tre parole immense che nessuna spiegazione può esaurire del tutto. Sono le tre “V” di Cristo, unico “navigatore” per approdare al Padre. Con lui non si può sbagliare strada. Gesù è la Via, perché ci manifesta la Verità che ci conduce alla Vita.
“Io sono la via”. Non c’è una strada da percorrere, ma una persona, se così si può dire. Percorrere Cristo vuol dire ripercorrere la sua vita con la mia vita, cioè rinnovare i suoi umanissimi gesti di amore, di accoglienza, di perdono: pregare come lui, pensare come lui, amare come lui.
“Io sono la verità”. La verità non sta in una definizione, in un libro ma in un “io” (ego sum veritas), la verità non è un sistema di pensiero ma una persona: Gesù. Le sillabe di questa parola sono i gesti e i detti di Gesù. Lui è la mappa colorata di cielo che ci porta al Padre.
“Io sono la vita”. Nella nostra esistenza ci dovrebbe essere questa proporzione: più Dio equivale a più io. Più Vangelo entra nella nostra vita, più si vive. Con l’adesione al Padre noi realizziamo pienamente noi stessi, a tutti i livelli. In Dio noi troviamo le risposte vere ai nostri interrogativi più drammatici: il dolore, la sofferenza innocente, la morte.
Guardiamo davvero a Gesù, come nostra via, nostra verità, nostra vita. Proprio come ha fatto San Bernardo Tolomei.
Nessun commento:
Posta un commento