Nel Vangelo appena proclamato, abbiamo raccolto il ritratto che Gesù disegna del missionario, del credente tout court.
La tradizione afferma che Luca era anche un pittore, oltre che medico. Storicamente non è provato, eppure in questo c’è qualcosa di vero perché egli dipinge con le parole e fa emergere il volto di Cristo, e conseguentemente quello del cristiano. Pochi istanti fa, abbiamo raccolto il ritratto del missionario, del credente tout court. L’unica preoccupazione di chi annuncia Gesù è quella di essere piccolo, allora il suo annunzio sarà grande. Fidandosi più dell’aiuto di Dio che delle sue forze. Con un ritorno alle cose essenziali. Con un ritorno al cuore per accorgermi che Dio mi parla come un innamorato. Con una buona dose di umiltà. Prendiamo esempio da quella lampada accesa: essa non si sforza di fare luce, brucia, e basta.
Stando a quei versetti di Luca, l’impegno del discepolo è di portare pace, gesti vita ( “guarite i malati”) e la vicinanza di Dio. Dunque, siamo chiamati a “guarire” la vita degli altri. A dare e dire la buona notizia: “Dio è con noi, con amore”. Questo augurio, di tutto cuore, ce lo dovremmo scambiare anche tra di noi: “Dio sia con te, con amore”.
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