domenica 12 gennaio 2014

BATTESIMO DEL SIGNORE

Gesù ha trenta anni. Corre veloce la liturgia, poco rispettosa delle anagrafi dell’uomo. Gesù si mette in fila con i peccatori, senza corsia preferenziale,  per farsi battezzare, pur non avendone evidentemente bisogno, dal cugino asceta, il Battista. E’ la sua prima mossa. La sua scelta programmatica. Il fiume Giordano è il suo primo pulpito. Con un Dio così defilato, la verità indossa il vestito dell’umiltà. Uno stile sconcertante ! Dio è sempre sui passi dell’uomo. Nella scena teofanica, Dio Padre certifica l’ identità del Figlio: “Tu sei mio figlio… l’amato… mio compiacimento”. Queste parole di Dio sono dirette a Gesù, ma sono indirizzate anche a noi al momento del nostro battesimo. Voce dal cielo per i figli sulla terra. Dio mi dice: “Figlio…”. Questa prima parola non è solo un vertice di emozioni  ma è anche uno dei cuori pulsanti del Vangelo. “Amato…”. La seconda stupenda parola che Dio pronuncia su di noi. Dio mi ama sempre con la stessa intensità anche quando mi allontano da Lui, sbaglio. Posso andare fuori strada ma non vado fuori dal suo amore.. “Mio compiacimento…”. Una parola inusuale ma ricca di significato. C’è dentro un Dio che trova gioia a stare con me. Solo un amore senza “perché” spiega queste tre parole. Infatti, avere un motivo per amare, non è vero amore e, prima o poi, viene meno.
Il salto dall’Epifania al Battesimo, ignorando perciò i trent’anni di Nazareth, è solo teorico: oggi Cristo nasce in noi attraverso il segno del Battesimo, segno che va riconosciuto, come hanno fatto i Magi. Riappropriamoci di quel dono immenso che un giorno abbiamo ricevuto. Riprendiamolo in mano. Facciamolo risplendere con la coerenza. Oltre a battezzare i convertiti forse ci sarebbe da convertire i battezzati, affinché siano testimoni credibili.
Ecco perché sarebbe molto bello se, oltre a segnare il giorno del nostro battesimo, esso fosse da noi ricordato con festa. Oltre al compleanno ci dovrebbe essere, ancor più importante, quello che potremmo chiamare il compli-battesimo! Ricordare cioè quel giorno in cui a pieno titolo siamo stati immatricolati nella Chiesa, la Chiesa dei Santi, nel nome della Trinità.  In quel momento siamo diventati figli di Dio che ci ha dato tutto: nome, cognome, amore. Non è stata un’adozione a distanza. Da quel momento, Dio oltre a toglierci il peccato originale, è diventato il soffio nella vela della nostra vita.

Nessun commento:

Posta un commento