Gesù ha trenta anni.
Corre veloce la liturgia, poco rispettosa delle anagrafi dell’uomo. Gesù si
mette in fila con i peccatori, senza corsia preferenziale, per farsi battezzare, pur non avendone
evidentemente bisogno, dal cugino asceta, il Battista. E’ la sua prima mossa.
La sua scelta programmatica. Il fiume Giordano è il suo primo pulpito. Con un
Dio così defilato, la verità indossa il vestito dell’umiltà. Uno stile sconcertante
! Dio è sempre sui passi dell’uomo. Nella scena teofanica, Dio Padre certifica
l’ identità del Figlio: “Tu sei mio
figlio… l’amato… mio compiacimento”. Queste parole di Dio sono dirette a
Gesù, ma sono indirizzate anche a noi al momento del nostro battesimo. Voce dal
cielo per i figli sulla terra. Dio mi dice: “Figlio…”. Questa prima parola non
è solo un vertice di emozioni ma è anche
uno dei cuori pulsanti del Vangelo. “Amato…”. La seconda stupenda parola che
Dio pronuncia su di noi. Dio mi ama sempre con la stessa intensità anche quando
mi allontano da Lui, sbaglio. Posso andare fuori strada ma non vado fuori dal
suo amore.. “Mio compiacimento…”. Una parola inusuale ma ricca di significato.
C’è dentro un Dio che trova gioia a stare con me. Solo un amore senza “perché”
spiega queste tre parole. Infatti, avere un motivo per amare, non è vero amore
e, prima o poi, viene meno.
Il salto dall’Epifania
al Battesimo, ignorando perciò i trent’anni di Nazareth, è solo teorico: oggi
Cristo nasce in noi attraverso il segno del Battesimo, segno che va
riconosciuto, come hanno fatto i Magi. Riappropriamoci di quel dono immenso che
un giorno abbiamo ricevuto. Riprendiamolo in mano. Facciamolo risplendere con
la coerenza. Oltre a battezzare i convertiti forse ci sarebbe da convertire i
battezzati, affinché siano testimoni credibili.
Ecco perché sarebbe
molto bello se, oltre a segnare il giorno del nostro battesimo, esso fosse da
noi ricordato con festa. Oltre al compleanno ci dovrebbe essere, ancor più
importante, quello che potremmo chiamare il compli-battesimo! Ricordare cioè quel
giorno in cui a pieno titolo siamo stati immatricolati nella Chiesa, la Chiesa
dei Santi, nel nome della Trinità. In
quel momento siamo diventati figli di Dio che ci ha dato tutto: nome, cognome,
amore. Non è stata un’adozione a distanza. Da quel momento, Dio oltre a
toglierci il peccato originale, è diventato il soffio nella vela della nostra
vita.
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