Carissimo Ezio, mi sembra oltremodo significativo che la tua vestizione, come novizio, avvenga nel contesto della Solennità della nascita di Giovanni Battista.
Egli nasce inatteso e fuori tempo come una sorpresa. Entra nella storia con un nome, Giovanni - “Dio fa grazia” - che è la sua identità, la sua vocazione. Un nome che è come una fotografia. Giovanni, era anche il nome del nostro Fondatore prima di assumere quello monastico di Bernardo. Giovanni: un nome carico di futuro, anche se nelle pieghe dell’imprevedibile. Come lo è il nome di ciascuno di noi. Come lo è e lo sarà il nome monastico che tra poco riceverai.
Come ciascuno di noi, anche tu non sei nato per caso ma per compiere un sogno di Dio. Ed è nella volontà del Signore, da te scoperta, accolta e realizzata con umile disponibilità nel nostro monastero che risiede e risiederà la tua pace interiore. Come il Battista, anche tu sei chiamato ad essere un testimone limpido della potenza di Dio che si manifesta nella debolezza. Il padre del Battista, Zaccaria, era rimasto muto perché non aveva creduto all’annuncio dell’angelo. Eppure il suo dubitare non ferma Dio e questo è molto consolante per noi: i nostri limiti, le nostre fragilità non bloccano Dio che appunto sa scrivere diritto su righe storte.
Giovanni Battista è il Precursore del Salvatore ma è anche il precursore dei monaci, a motivo della sua scelta di vita nel deserto dove, come ricorda Elredo di Rievaulx nel suo sermone Nella Nascita di Giovanni il Battista, “poté liberamente vedere e gustare come è buono il Signore” (Sl 30,20). Anche il monaco è chiamato ad essere un “precursore” di Cristo per molte persone, se non direttamente almeno con la preghiera e il buon esempio. Sii “voce”, proprio come il Battista.
In un museo tedesco, c’è un famoso dipinto in cui il Battista è raffigurato con un enorme indice puntato verso il crocifisso. E’ in questo atteggiamento che si riassume la sua storia e la sua vocazione. Anche, tu fai tuo questo atteggiamento, su di esso plasma la tua vita in ogni direzione. Se metti
La voce di Giovanni, con il suo appello alla conversione, risuona ancora oggi, non più nel deserto della Giudea ma, per te e per tutti noi monaci, nel nostro monastero che, come tutti i monasteri, è una chiesa addossata al deserto.
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