Il vangelo di questa Domenica (Lc 12, 49-53) cuce insieme una serie di detti “incandescenti” ed enigmatici di Gesù, con i quali - nonostante i loro toni drammatici (sono pronunciati in un contesto letterario apertamente apocalittico) - Egli non intende spaventarci ma richiamare la nostra responsabilità ad essere suoi veri discepoli.
Gesù sembra spingere l’acceleratore della coerenza.
Un medico talvolta deve essere duro e inflessibile se questo è l’unico modo per curare e guarire il suo paziente. Si suol dire che “è preferibile una pessima verità ad un’ottima bugia”. La verità libera anche se fa male, ci pone davanti a noi stessi ma è anche la base per decollare di nuovo e meglio. La bugia invece copre ma fa sprofondare sempre più; nasconde e forse ripara ma non da soluzioni. La verità ferisce una volta sola, la bugia ferisce ogni volta che la si ricorda.La stessa libertà è autentica solo se si accompagna con la verità; dove non c’è la verità di quello che siamo e facciamo spunta sempre qualche forma di dipendenza, come quella di dare la nostra testa in comodato d’uso o quella di affittare il nostro cuore. Sono catene che ci impediscono di crescere. Se incontriamo Gesù con cuore libero da altro e da altri, Egli ci cambia la vita…
La pace interiore che Gesù ci porta non è una gelatina spirituale, una pace low cost, a poco prezzo, da saldo di fine stagione. Essa porta incorporata un fuoco che brucia le nostre mediocrità quotidiane e fa saltare quella rete di piccoli compromessi che determinano certi nostri comportamenti.
Con i suoi insegnamenti incisivi e scomodi, Gesù non ci invita semplicemente ad adottare un repertorio di buoni sentimenti ma a prendere in mano il metro della radicalità per misurare le scelte che facciamo; a non giocare al ribasso o al rimando, a puntare verso grandi ideali di vita. Si deve fare una scelta: o con Lui o contro di Lui. Non si può fare fifty-fifty con altre realtà. Certo ci vuole una fede ad alta temperatura, senza mai scoraggiarsi di fronte alle inevitabili difficoltà perché come ha detto una volta Benedetto XVI: “Chi crede non è mai solo”.
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