L’immagine è lì chiara,
nitida. Nessuno può resettarla. Un sepolcro vuoto. Non desolatamente vuoto ma
felicemente vuoto! Dentro non ci sono le spoglie del morto ma le spoglie della
morte. La disgrazia è toccata ad essa non a Gesù. Tutta la nostra fede poggia
su quella tomba vuota. Sono cambiate le regole del gioco: adesso si nasce per
vivere e si muore per nascere per sempre! La nostra vita sulla terra non è più
un pellegrinaggio verso la morte ma un pellegrinaggio verso la vita. Cristo
condivide e partecipa la sua vittoria sulla morte con ciascuno di noi. La
Risurrezione di Gesù ci garantisce da ogni collasso di speranza. Certo il male
continua a scrivere parole terribili nel grande libro della storia ma la
Risurrezione, anche se siamo nel dolore, ci mette al riparo dalla disperazione.
E’ un vangelo di corse.
Sembra quasi sentirvi ancora l’ansimare affannato e trafelato dei vari
personaggi. Alla tomba ormai vuota giunge per primo Giovanni, il discepolo
dell’amore: l’amore fa sempre correre più veloci. Ma anche il passo più lento
di Pietro porta alla tomba: non è mai troppo tardi per credere nel Risorto. Tomba
non solo vuota ma anche spalancata. Vanno rimosse certe pietre che chiudono il
sepolcro. Sbagli commessi, storie del passato, fragilità assortite. L’energia
della Pasqua ci da la forza necessaria per far srotolare tutti questi macigni
piccoli o grandi. Ci fa sbocciare tutte le primavere di cui abbiamo bisogno.
Molti sono gli
argomenti storici, oggettivi, ma la prova più grande che Cristo è risorto, è
che è vivo! Vivo, non perché noi lo teniamo in vita parlandone, ma perché Lui
tiene in vita noi, comunicandoci in mille modi la sua presenza. “Tocca Cristo
chi crede in Cristo”, diceva S: Agostino e noi possiamo fare esperienza della
verità di questa affermazione.
“Non è qui, è risorto” (Mt 28,6). Per raccontare la Risurrezione di
Gesù, Matteo (concorde con Luca e Marco) usa gli stessi due verbi che noi
coniughiamo la mattina: svegliarsi ed alzarsi. Come se i nostri giorni fossero
impegnati ad una risurrezione quotidiana da certi padrini e padroni della
nostra vita: la tristezza, l’egoismo, l’indifferenza, il pessimismo, le
rassegnazioni. Oggi siamo chiamati a convertirci alla gioia, una conversione
difficile per tanti motivi ma così necessaria. Per qualcuno una gioia
specifica: quella di non ritrovare più il suo passato!
Buona Pasqua a tutti!
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