domenica 20 aprile 2014

SANTA PASQUA

L’immagine è lì chiara, nitida. Nessuno può resettarla. Un sepolcro vuoto. Non desolatamente vuoto ma felicemente vuoto! Dentro non ci sono le spoglie del morto ma le spoglie della morte. La disgrazia è toccata ad essa non a Gesù. Tutta la nostra fede poggia su quella tomba vuota. Sono cambiate le regole del gioco: adesso si nasce per vivere e si muore per nascere per sempre! La nostra vita sulla terra non è più un pellegrinaggio verso la morte ma un pellegrinaggio verso la vita. Cristo condivide e partecipa la sua vittoria sulla morte con ciascuno di noi. La Risurrezione di Gesù ci garantisce da ogni collasso di speranza. Certo il male continua a scrivere parole terribili nel grande libro della storia ma la Risurrezione, anche se siamo nel dolore, ci mette al riparo dalla disperazione.
E’ un vangelo di corse. Sembra quasi sentirvi ancora l’ansimare affannato e trafelato dei vari personaggi. Alla tomba ormai vuota giunge per primo Giovanni, il discepolo dell’amore: l’amore fa sempre correre più veloci. Ma anche il passo più lento di Pietro porta alla tomba: non è mai troppo tardi per credere nel Risorto. Tomba non solo vuota ma anche spalancata. Vanno rimosse certe pietre che chiudono il sepolcro. Sbagli commessi, storie del passato, fragilità assortite. L’energia della Pasqua ci da la forza necessaria per far srotolare tutti questi macigni piccoli o grandi. Ci fa sbocciare tutte le primavere di cui abbiamo bisogno.
Molti sono gli argomenti storici, oggettivi, ma la prova più grande che Cristo è risorto, è che è vivo! Vivo, non perché noi lo teniamo in vita parlandone, ma perché Lui tiene in vita noi, comunicandoci in mille modi la sua presenza. “Tocca Cristo chi crede in Cristo”, diceva S: Agostino e noi possiamo fare esperienza della verità di questa affermazione.
Non è qui, è risorto” (Mt 28,6). Per raccontare la Risurrezione di Gesù, Matteo (concorde con Luca e Marco) usa gli stessi due verbi che noi coniughiamo la mattina: svegliarsi ed alzarsi. Come se i nostri giorni fossero impegnati ad una risurrezione quotidiana da certi padrini e padroni della nostra vita: la tristezza, l’egoismo, l’indifferenza, il pessimismo, le rassegnazioni. Oggi siamo chiamati a convertirci alla gioia, una conversione difficile per tanti motivi ma così necessaria. Per qualcuno una gioia specifica: quella di non ritrovare più il suo passato!

Buona Pasqua a tutti!

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