domenica 6 ottobre 2013

DOMENICA 27ma del TEMPO ORDINARIO

“Signore, accresci in noi la fede” (Lc 17,6). Non c’è domanda più indovinata. E, non c’è risposta più sconcertante ma anche pacificante di quella data da Gesù: “Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso: ‘Sradicati e vai a piantarti nel mare’, ed esso vi obbedirebbe”(Lc 17,6). Gesù cambia la prospettiva da cui guardare la fede, introducendo come unità di misura il granello di senape, proverbialmente il più piccolo di tutti i semi: non si tratta di quanta fede ma di quale fede. La fede è un “niente” che è e può tutto. Leggera e forte. Forte perché sradica gli alberi, leggera perché li fa volare sul mare.
“Se aveste fede…”. Se abbiamo fede, tutto è possibile. Un gelso che vola: immagine per dirci che anche quello che ci sembra impossibile, con la fede è possibile. Anche cambiare se stessi. Come per quel gelso, la fede può far volare via tante cose negative dalla nostra vita. A volte, a proposito di certe situazioni, si esclama: “ La realtà è quella che è, la realtà non si cambia. Non è mai cambiata…”. “Io sono quello che sono, mi devo arrendere; la mia realtà è quella che sono, non cambia…”. “Se aveste fede…”. Cioè la realtà è quella che è perché la mia fede è quella che è, cioè non è fede.
La Regola di S. Benedetto è percorsa da una dinamica di fede, anche se questo vocabolo ricorre pochissime volte e con alcune significative varianti. La fede permea la giornata del monaco, dandogli uno sguardo che va “oltre”: riguardo all’obbedienza (obbedisca con amore confidando-confidens nell’aiuto di Dio); riguardo ai confratelli, agli ospiti, ai poveri, ai pellegrini; verso l’abate (per fede-creditur si crede che tiene le veci di Cristo). Il nostro cammino monastico si snoda alla luce della fede. La fede del monaco è simboleggiata anche dall’immagine della cintura ai fianchi cui allude il Prologo (RB Prol. 21). Cioè, la fede ci deve accompagnare ogni momento. Una fede semplice, umile, nascosta, silenziosa, che ci fa vedere le cose e le persone con gli occhi di Dio. La fede ci fa vivere (Ab 2,4), e se
non fa vivere non è fede.
“Signore, accresci in noi la fede” (Lc 17,6). Facciamo nostra questa preghiera degli apostoli. Adottiamola e moltiplichiamola come una giaculatoria.

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