“Voi siete il sale della terra… voi siete la luce del mondo”. Spesso
Gesù insegna con il profumo della ferialità cucito addosso. Sembra registrare
nei piccoli dettagli dell’ordinario i segreti che fanno autentica la nostra
vita. Nessuno fa caso al sale, ma se manca… tutti si accorgono. Quando la luce
scompare abbiamo alcuni disagi. Capiamo bene il perché Gesù usi queste due
metafore quando consideriamo che la loro prerogativa è il servizio. Il sale e
la luce non parlano, ma sono lì dove vengono posti.
“Voi siete il sale
della terra, voi siete la luce del mondo”. Gesù usa l’indicativo e non un
esortativo o un imperativo… cioè: “siate, dovete essere!” “Sale e luce” infatti
lo siamo dal momento del nostro Battesimo. Per pura grazia di Dio nella cella
segreta del nostro cuore c’è una lucerna accesa e una manciata di sale. Questa
investitura da parte di Gesù ci onora. E’ un dono che ha incorporata una
responsabilità. Ma evitando quello zelo amaro
cui accenna la nostra Regola (RB 72, 1): “zelus amaritudinis malum”, cioè la tentazione di un certo
compiacimento se siamo dei campioni di virtù.
La nostra vita
cristiana deve essere determinata da una scaletta di valori evangelici (e
monastici, per noi monaci) che ci impegna realizzare quelle che Gesù definisce
come “opere buone” (anzi, letteralmente: “belle”), delle quali la Prima Lettura
(Is 58, 7-10) ci offre un elenco piut6tosto consistente. E’ un impegno di
coscienza che ci aiuta a non preoccuparci di eventuali giudizi altrui. Un
grande scrittore ha detto: “Preoccupati
più della tua coscienza che della tua reputazione. Perché la tua coscienza è
quello che sei, la tua reputazione è quello che gli altri pensano di te. E
quello che gli altri pensano di te è problema loro”. Dare alla propria vita
il gusto di una storia con Dio. Dare alla propria vita la luminosità di una
storia con Dio. Il sale diventa inutile e perciò buttato via non perché perde
il suo sapore, ma perché non viene utilizzato per dare sapore ad altro. Così
pure per l’immagine simmetrica della luce: una lampada non perde la sua luce se
la
si mette sotto un
moggio, ma perché così risplende solo per se stessa e perciò è inutile.
Se il sale deve
scomparire nel cibo per realizzare la sua funzione, la luce al contrario si
deve vedere perché fa emergere le cose. Nascondimento e visibilità, sono il
doppio binario del cristiano. Ognuno di noi, come sale deve portare vita,
fecondità, il gusto della Parola di Dio là dove vive; come luce, la cui sola
sorgente è Gesù stesso, deve “accarezzare” la vita degli altri per rivelarne la
bellezza spirituale nascosta.